Meloni: "Presenteremo una mozione per il riconoscimento della Palestina, ma con il rilascio degli ostaggi e Hamas fuori"


Meloni: "Presenteremo una mozione per il riconoscimento della Palestina, ma con il rilascio degli ostaggi e Hamas fuori"

(Adnkronos) - "Palestina? Pressione politica va fatta su Hamas". E' quanto ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi, martedì 23 settembre, in occasione del punto stampa a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York (Video).  

"Annuncio che la maggioranza presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e ovviamente l'esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all'interno della Palestina". 

Sulla Palestina "dobbiamo capire quali sono le priorità". "Io non sono contraria al riconoscimento della Palestina però dobbiamo darci le priorità giuste - conclude -. Spero che un'iniziativa del genere possa trovare anche il consenso dell'opposizione, non trova sicuramente quello di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso". 

"Non credo che l'Europa sia ambigua nei confronti dell'Ucraina, credo che dobbiamo però lavorare insieme come Occidente se vogliamo portare a casa una pace giusta e duratura ed è quello che stiamo cercando di fare" dice Meloni, sottolineando quanto ci sia "bisogno dell'Europa" e degli "Stati Uniti". 

"Ho condiviso molte cose che ha detto Trump nel suo intervento" sottolinea la premier. "Ho condiviso quello che dice sulla migrazione, ho condiviso buona parte di quello che dice sul Green Deal. Ho condiviso anche alcuni passaggi sul fatto che gli organismi multilaterali per lavorare bene e migliorare il loro ruolo in un contesto come quello nel quale ci troviamo, chiaramente devono sapere anche rivedere quello che non funziona" conclude. 

“Le parole del presidente Meloni sul Medio Oriente chiariscono che per il governo italiano non è il momento della propaganda, ma quello della serietà" dice Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’Attuazione del programma di governo. "Non può esserci alcun riconoscimento dello Stato palestinese senza la liberazione degli ostaggi e la rinuncia da parte di Hamas a qualsiasi ruolo nel futuro della Palestina. Ora l’auspicio è che non ci sia alcuna ambiguità su Hamas e che il Parlamento voti compatto la mozione della maggioranza”. 

Anche il deputato di Fratelli d’Italia, Giangiacomo Calovini, capogruppo nella commissione Esteri, chiede che non ci sia alcuna "ambiguità da parte della sinistra: voti la mozione di maggioranza. Hamas deve rilasciare gli ostaggi e rinunciare a ogni ruolo nel nuovo Stato palestinese. Soltanto a queste condizioni ci potrà essere il riconoscimento della Palestina da parte dell’Italia”. 

''Se la premier Meloni vuole dare vita a un dibattito parlamentare attorno a una mozione, noi siamo pronti. La nostra posizione coincide con quella espressa dal presidente del Consiglio" dice all'Adnkronos il deputato Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia. 

Di diverso avviso il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. "Il riconoscimento 'condizionato' dello Stato della Palestina, l'ultima ‘trovata’ di Meloni, è un misero espediente che conferma l’ignavia del nostro governo. Il riconoscimento di uno Stato è un atto formale, che in questo caso ha anche un alto valore simbolico oltreché politico. O lo fai o non lo fai. Perché l’Italia non può unirsi ad altri 150 e più Paesi che hanno già riconosciuto lo Stato della Palestina? L’ipocrisia del nostro governo che continua a stare al fianco di Netanyahu è davvero oscena. La verità è che se l’Italia non si affretta non ci saranno più le condizioni per il riconoscimento: semplicemente perché non ci sarà più la popolazione palestinese".  

"Riconosce lo Stato di Palestina, come hanno fatto oltre 150 Paesi e oggi anche Francia e San Marino, oppure non lo riconosce? Basta propaganda" sottolinea in una nota Elly Schlein, segretaria del Partito democratico. "Riconoscere la Palestina significa riconoscere l’Anp, non certo i terroristi di Hamas che non possono essere il futuro di Gaza. O pensa che Francia, Spagna e Regno Unito abbiano fatto il contrario?". "Noi chiediamo il riconoscimento immediato della Palestina, come hanno fatto gli altri Paesi - aggiunge - E continueremo a chiedere il cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi che è stata sempre una nostra priorità, lo sblocco di tutti gli aiuti umanitari ai palestinesi, le sanzioni al governo israeliano e di interrompere gli accordi commerciali con Netanyahu. Insomma, Giorgia Meloni non dovrebbe far altro che votare le nostre mozioni che ha sempre bocciato. E assumere con urgenza tutte le altre decisioni che possano fermare Netanyahu e i suoi crimini a Gaza come in Cisgiordania". "Se aspetta ancora rischiamo che non ci sia più nessuno da riconoscere", conclude Schlein. 

"Sentire la premier Giorgia Meloni dire che condivide 'molte delle cose dette da Trump' fa rabbrividire" sottolinea anche Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde. "Cara Meloni, non c’è una guerra a Gaza: da una parte c’è l’esercito tecnologicamente più avanzato e potente del mondo, dall’altra ci sono uomini, donne e bambini che vengono sterminati dalle bombe e dalla fame. Meloni subordina il riconoscimento dello Stato di Palestina alla liberazione degli ostaggi. Ma quegli ostaggi stanno rischiando di morire sotto i devastanti bombardamenti di Israele". "Non meno grave - prosegue - è l’allineamento totale della premier con Trump sul clima. Vuol dire che è allineata con la truffa che la destra globale sta portando avanti, che occulta i dati scientifici e nega l’emergenza climatica per difendere i propri affari personali. È una resa politica di Meloni, che vuole trasformare l’Italia in un hub del gas, svendendo il Paese ai business di Trump".