Di Pietro: costruiamo insieme il nuovo Enasarco


Di Pietro: costruiamo insieme il nuovo Enasarco

Autore: Electomagazine - Enrico Toselli

L’Enasarco è costantemente sotto attacco. Un ente considerato quasi come una sanguisuga che si abbevera con il sangue degli agenti di commercio.

Giovanni Di Pietro, presidente di Usarci, è davvero così? 

No. L’Enasarco  rappresenta da oltre 70 anni, l’ente previdenziale integrativo degli agenti di commercio ed è l’ente che  che identifica l’intera Categoria nella Società e nel mondo delle Istituzioni.

In quanto “Istituzione”  subisce da parte degli Agenti di commercio la stessa scarsa considerazione che  viene riservata a tutte le strutture impositive di un pagamento obbligatorio; esso il più delle volte viene giudicato distaccato dalla Categoria, incapace di interpretare le reali esigenze della stessa, erogatore di prestazioni a basso valore aggiunto e talvolta inutile. 

Non dobbiamo guardare all’Enasarco come un ulteriore ente che ci succhia denaro, non esiste nel mondo un Ente come il nostro che eroghi la doppia pensione, i colleghi delle altre nazioni ce lo invidiano, infatti non vi sono altri esempi di lavoratori  autonomi che ricevano un contributo pensionistico  del 50% pagato dalle mandanti.

Perché questa ostilità, allora?

L’ostilità da parte di uno sparuto numero di agenti, verso la Fondazione, si ha perché la si reputa, a torto,  il reale soggetto che dovrebbe riportare e risolvere le numerose istanze di una Categoria che si ritiene non considerata, e abbandonata a se stessa. 

Ciò non risponde assolutamente al vero, fatto è che l’Italia è il primo paese al mondo che, grazie proprio ai sindacati di categoria, si è data  una normativa considerata la più avanzata al mondo, e di ciò dobbiamo prenderne atto. Ciò non vuol dire che tutti i problemi sono risolti, anzi, grazie alla “furbizia” delle mandanti, occorre sempre stare all’erta e cercare di parare i colpi bassi che ci vengono continuamente inflitti.

In Italia la situazione degli agenti di commercio è molto diversa rispetto al resto d’Europa. 

Il nostro paese, rispetto al resto del mondo, presenta diverse  anomalie in materia di agenzia, siamo il paese europeo con più agenti di tutti,  210 mila circa contro i  40mila della Germania, 25 mila della Francia, solo la Spagna ci segue a ruota con 165 mila agenti, tutte le altre sono ben al di sotto dei 25 mila. 

In contrapposizione a questi dati dove deteniamo il primato, troviamo che il reddito pro capite degli agenti italiani è posizionato all’ultimo posto con 41.976 euro in media pro capite contro i 265 mila della Germania, i 311 mila della Norvegia, i 226 mila della Svezia, gli 83 mila euro della Spagna, e gli 85 mila della Francia. A livello di provvigioni, di reddito, siamo il fanalino di coda di tutta l’Europa. 

L’Enasarco, e con esso la categoria degli agenti, poggia su presupposti organizzativi e lavorativi ormai superati. L’evoluzione informatica ha stravolto la distribuzione commerciale e con essa anche il mondo degli agenti è in continua evoluzione, è cambiato il modo di approcciarsi ai clienti, al sistema di vendita, dove il compito dell’agente non è più quello di vendere, ma di offrire servizi al cliente, consulenza, soluzioni, nonostante ciò, però, veniamo pagati solo per quello che risciamo a vendere, non ci viene riconosciuto dalle mandanti questo plusvalore. 

Anche la forma giuridica dell’agenzia sta mutando profondamente, da agenti ditte individuali, abbiamo visto prima nascere le società di persona, ma poi, da qualche anno, vi è un fiorire di agenti sotto forma di società di capitali, ed a questi non vengono riconosciuti pensioni e assistenza come per tutti gli altri agenti.

È cambiato il mondo esterno, ma la categoria non ha reagito in modo adeguato. Con quali conseguenze? 

Nell’ultimo decennio la Categoria censita dall’Enasarco ha subito un calo numerico costante, al contrario sono aumentate a dismisura altre figure professionali come ad esempio i procacciatori d’affari che si stima abbiano raggiunto la cifra considerevole di oltre 80 mila unità. Ciò  ha provocato una sempre più crescente evasione contributiva ed una tutela inesistente sia previdenziale che commerciale di questi nuovi. 

E’ necessario ricondurre tutte quelle nuove figure professionali “incaricate di promuovere la conclusione delle vendite” nel naturale solco del rapporto di agenzia.

E’ necessario ripensare ad un nuovo welfare per gli agenti di commercio come lo si sta facendo per tutti i lavoratori integrando ed attualizzando quello esistente, rivedendo la parte assistenziale gestita dall’Enasarco  non in linea con le reali esigenze.

L’attuale metodo di contribuzione Enasarco risulta essere inadeguato in particolare per tutti gli Agenti  monomandatari, in quanto l’imponibile previdenziale, conseguenza di un massimale inadeguato, li costringe ad una aspettativa pensionistica completamente scollegata al reale reddito.

Il meccanismo attuale degli investimenti Enasarco è composto prevalentemente da asset immobiliari, ciò non consente alla Fondazione di svolgere quel ruolo di “cerniera” utile ed indispensabile alla Categoria. 

Proprio per questi motivi, il calo degli agenti ed il bassissimo reddito, si rende necessario una riforma strutturale del nostro ente Pensionistico.

Presidente, come immagina il “nuovo Enasarco”?

Il “nuovo” Enasarco deve porsi come obiettivo quello di tornare ad essere un ente che sia veramente degli agenti di commercio, come lo è stato negli anni della sua fondazione, un orgoglio della Categoria, un plusvalore invidiabile di chi svolge un’attività tra le più difficili ed in perenne evoluzione.

Deve riprogrammare le proprie prestazioni, limitandone il numero ma migliorandone i contenuti adeguandoli alle attuali aspettative della Categoria e ciò coinvolgendo gli attori che insieme ad esso rappresentano la Categoria, ovvero le forze sociali.

Il “nuovo” Enasarco deve avvicinarsi alla Categoria, entrando nel merito dei bisogni e delle aspettative, deve essere quel “catalizzatore” di interessi specifici che riguardano il mondo dei propri contribuenti rivedendo il sistema della contribuzione per renderlo più equo e aderente alla realtà, ad esempio prevedendo la contribuzione anche per gli amministratori delle società di capitali, in linea con quanto fatto dall’Inps.

Il “nuovo” Enasarco deve promuovere un welfare adeguato, deve concentrare le risorse disponibili e promuovere tavoli di confronto con le forze sociali su argomenti strategici quali il welfare stesso e la formazione.

Il “nuovo” Enasarco deve informatizzare i propri processi, in modo che vi sia un rapporto diretto con i propri assistiti, occorre rivedere il ruolo e la distribuzione dei propri uffici periferici per essere sempre più accanto agli assistiti ed alle aziende mandanti.

Il “nuovo” Enasarco deve rivoluzionare il proprio metodo degli investimenti, occorre impiegare le risorse a vantaggio del Paese e del mondo delle imprese senza le quali non esisterebbero gli Agenti di commercio. Il “nuovo” Enasarco deve essere coerente con le politiche economiche del Paese, ma chi Governa ed ha necessità dell’Enasarco,  deve  rendere facile il lavoro di chi ha come obbiettivo quello di far crescere le aziende ed il Paese.

Il nuovo Enasarco deve garantire ai propri iscritti, gli agenti, la certezza dei versamenti contributivi creando, se necessario, un apposito fondo. Non è pensabile che l’agente versi  e la mandante si appropri dei versamenti ed in caso di fallimento o concordato l’agente perda tutto con il doppio, aver perso i soldi e la pensione. 

Il nuovo Enasarco deve garantire una pensione che sia in linea con i contributi versati, occorre ridurre drasticamente il contributo di solidarietà, contributo istituito dalla  la cosiddetta legge Fornero che ha portato da 30 a 50 anni la sostenibilità degli enti previdenziali, ma per fare tutto ciò occorrerebbe una forte coesione tra i vari  sindacati degli agenti, tralasciando i personalismi, i dualismi, gli interessi di bottega e combattendo senza se e senza ma chi vorrebbe gestire il nostro ente solo per proprio tornaconto, i cosiddetti gruppi di interesse e di camarille, questi devono essere allontanati e spazzati via.  

Non è certamente facile attuare un programma così complesso, ma occorre iniziare, e noi dell’Usarci siamo già impegnati su questo fronte.

Fonte ElectoMagazine - Autore Enrico Toselli