Il Paradosso della Parasubordinazione
Gli Agenti ed i rappresentanti di commercio rappresentano il volto umano dell’azienda sul territorio, collegano, le linee di produzione dei prodotti finiti con il mercato.
Questa figura professionale pur godendo di numerosi diritti e tutele, è priva di una vera e propria protezione sociale; l’agente opera quale lavoratore autonomo indipendente essendo registrato alla CCIAA come piccolo imprenditore ed anche presso la Gestione Commercianti INPS e la Fondazione ENASARCO rientra quindi in un’area grigia per quanto riguarda la protezione sociale.
Il rischio è maggiormente evidente quando c’è una crisi finanziaria o uno shock esterno, ad esempio, una pandemia, un calo settoriale o il facile recesso di un contratto di agenzia da parte della mandante. Mentre i lavoratori dipendenti possono utilizzare il Fondo di Garanzia Salariale (CIG) – una rete di sicurezza fondamentale per offrire sollievo finanziario ai lavoratori che subiscono una perdita di reddito a causa di una sospensione temporanea del lavoro o riduzione – gli agenti di commercio sono sistematicamente esclusi dalla CIG a differenza del dipendente, pur essendo l’agente un lavoratore para-subordinato in quanto deve sottostare alle direttive impartite dalla proponente: questa condizione assume aspetti più gravi quando parliamo di un agente che opera in forma di mono-mandato.
La condizione di mono-mandato, troppo spesso abusata dalle mandanti, sovente nasconde un rapporto di lavoro dipendente e contrasta con l’autonomia imprenditoriale che dovrebbe essere naturale nel del rapporto di agenzia.
Data l’assenza di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione nel nostro settore, la risoluzione del contratto di agenzia da parte della mandante espone l’agente di vendita, specie se mono-mandatario, alla perdita totale del reddito. Trovare prontamente una nuova mandante può risultare difficile, soprattutto per gli agenti con un’età più avanzata.
USARCI (il sindacato degli agenti tra i più rappresentativi a livello nazionale) sostiene da anni la necessità che anche l’agente disponga di un sistema di sicurezza sociale dedicato o, in alternativa, di una ridefinizione dei fondi esistenti per supportare il reddito in caso di interruzione prolungata o perdita involontaria del mandato, anche in assenza di giusta causa o volontà dell’agente.
L’ENASARCO, l’ente previdenziale degli agenti, oltre a gestire il fondo pensione, eroga una serie di prestazioni assistenziali per la categoria (quali sussidi per maternità, infortuni, calamità naturali, ecc.). Tali benefici sono finanziati dagli interessi del FIRR (Trattamento di Fine Rapporto) e da altri proventi non a carico del singolo agente.
Purtroppo, la Fondazione non ha il potere di intervenire come alternativa alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) in caso di interruzione del rapporto con la mandante. La Fondazione è preposta principalmente alla pensione integrativa obbligatoria (Fondo Pensione) e al Trattamento di Fine Rapporto (FIRR), ma non è istituita né dispone dei fondi necessari per coprire la perdita di reddito derivante da avverse condizioni economiche.
Il fronte sindacale USARCI, che si concentra esclusivamente sugli agenti di commercio, è in costante fermento. L’obiettivo primario è ampliare sia l’ambito delle tutele economiche sia la dignità professionale della categoria.
L’azione di USARCI va oltre la semplice protezione degli agenti. L’associazione si impegna nella firma degli AEC (Accordi Economici Collettivi) per offrire garanzie e diritti sempre migliori, con l’ambizione di assicurare all’agente italiano il più alto livello di tutela a livello mondiale, in collaborazione con IUCAB (l’unione internazionale dei sindacati degli agenti di commercio).
Oltre a queste attività sindacali, USARCI è specializzata nella gestione delle controversie sindacali, mirate a garantire che l’agente ottenga il pieno riconoscimento di tutti i propri diritti, dalle indennità alle provvigioni non riconosciute oltrte al mancato rispetto delle clausole contrattuali, offrendo al contempo una serie infinita di servizi collaterali.
Un’altra battaglia fondamentale riguarda il riconoscimento della dipendenza economica, o quasi-subordinazione, che è endemica tra molti agenti, in particolare i Monomandatari (coloro che operano per un unico preponente). Nonostante la loro autonomia formale, la loro attività dipende interamente da una singola azienda, rendendoli di fatto dipendenti da un unico reddito e, di conseguenza, esposti a elevati rischi d’impresa.
Il sindacato chiede quindi maggiori tutele contrattuali, proponendo di trattare la loro posizione in modo equivalente a quella di un dipendente, pur preservando l’autonomia che garantisce flessibilità in special modo a vantaggio della proponente.
Gli agenti di vendita non possono limitarsi ad attendere riforme dall’alto che li avvicinino sotto il profilo delle garanzie, ai lavoratori subordinati. È necessario sviluppare specifiche disposizioni di welfare che rispondano alle loro esigenze individuali, considerando che sono allo stesso tempo imprenditori di sé stessi e legati da un rapporto di mandato. Le richieste principali includono…:
Fondo di Solidarietà Bilaterale Alternativo: considerato il legame tra agente e mandante si può creare un fondo di solidarietà bilaterale che potrebbe essere gestito dall’Enasarco, il quale garantirà per un periodo determinato un flusso di cassa al lavoratore.
Sviluppare il ruolo dell’AEC: Gli Accordi Economici Collettivi stipulati tra sindacato degli agenti e quelli delle ditte mandanti, dovrebbero avere un ruolo più vicino alla contrattazione collettiva dei lavoratori subordinati.
Riforma fiscale: Un nuovo sistema fiscale che riduca il carico ma riconosca il rischio aziendale con dipendenza finanziaria e rivalutazione del montante di detraibilità del costo auto.
Questo è il modo in cui l’agente di vendita italiano opera come interlocutore tra libertà imprenditoriale e vulnerabilità sociale. L’assenza di meccanismi come il Fondo di Garanzia è una ferita che deve guarire. Solo insieme, attraverso un’azione sindacale congiunta e una riflessione politica sull’imperativo strategico di questa categoria, che saremo in grado di porre fine alle “mille battaglie aperte” e stabilire un futuro professionale più supportato e giusto e rilanciare l’attività di agenzia.