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Enasarco, come si calcola la pensione?

19/04/2022

Enasarco, come si calcola la pensione?

L'agente di commercio tramite il sito Enasarco, può simulare la propria pensione di vecchiaia seguendo il nuovo programma di calcolo che permette di conoscere la futura pensione dell'agente sulla base dei versamenti  effettuati ma anche sugli anni di contributi ancora da maturare.

Entrando nel sito sulla pagina dell'agente, alla voce calcolo previsionale, troviamo una schermata, dove in grigio è rappresentato l'anno utile dell'ultimo versamento, mentre in arancione sono evidenziati i mancanti al raggiungimento dell'età pensionabile, ovviamente per gli anni in arancione, trattandosi di previsione, si tiene conto dei versamenti effettuati nell'ultimo anno contabilizzato (grigio).

Chiaramente il calcolo previsionale non è assolutamente certificativo ma esclusivamente indicativo, in quanto molte sono le varianti presenti che fanno cambiare l'entità della pensione, quindi il calcolo può essere fatto solo quando vi è la certezza di tutti i dati.

Ovvero alla domanda ed in alcuni casi anche dopo, e ciò a causa di errori nei versamenti fatti dalle aziende, in più o in meno, di ritardi o di fallimenti.In merito vogliamo ricordare quanto sia complesso il calcolo della pensione Enasarco rispetto a quella degli altri enti considerato che i sistemi di calcolo sono ben tre, quota A - quota B - quota C.

La quota A: è rappresentato dal vecchio sistema di calcolo, viene applicato a tutti quegli agenti che hanno iniziato la propria attività prima del 1998 e, normalmente, per il suo calcolo tiene conto del triennio consecutivo dell'ultimo decennio. È quella soggetta a una maggiore variazione, una simulazione fatta tre anni fa, confrontata con una simulazione effettuata oggi, potrebbe comportare una variazione significativa sia in più sia in meno anche variazioni importanti. Questo perché, con i regolamenti succedutisi dal 2004 al 2013 ed a causa della riforma “Fornero”, riforma che ha innalzato la sostenibilità degli enti previdenziali da 30 a 50 anni, al fine di evitare grosse speculazioni, si è stabilito di porre per la quota A l'anzianità contributiva per gli anni coperti che vanno dall'inizio del rapporto fino al 1998 data della prima variazione del calcolo della pensione.

Occorre inoltre tener presente che per il calcolo del miglior triennio consecutivo dell'ultimo decennio, valgono anche gli anni di mancanza di versamento, ovvero se nell'ultimo decennio non vi sono anni con versamenti contributivi, questi vengono considerati come se attivi.

La quota B: è rappresentato dall'ulteriore quota di pensione, che tiene conto dei versamenti effettuati nell'ultimo quindicennio. La quota B è stata istituita nell'ottobre 1998 e fino al 2004, pertanto, l'anzianità contributiva relativa alla quota B è pari a 5,25 anni (cinque anni ed un trimestre). Per il calcolo della quota B si prendono in esame le provvigioni utili per il calcolo degli ultimi 15 anni di versamento, questo importo viene rielaborato moltiplicando dei massimali prestabiliti per una percentuale di rivalutazione.

La quota C:  è il sistema di calcolo più nuovo, entra in vigore nel 2005, e possiamo dire il più semplice da calcolare in quanto tiene conto esclusivamente dei versamenti effettuati dal 2004 fino alla fine del rapporto secondo il sistema contributivo . La quota C è quella calcolata esclusivamente con il metodo contributivo. Entra in vigore nel 2004 e viene calcolata sui contributi utili, versati appunto dal 2004 fino al momento del pensionamento o alla cessazione di ogni attività. I contributi utili, vengono annualmente rivalutati secondo quanto stabilito dal regolamento Enasarco e moltiplicati per il coefficiente di trasformazione (v. regolamento Enasarco) corrispondente all'età del pensionato, il risultato diviso per 13 ci fornisce la pensione lorda mensile.