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Gaburro, Mei, Ricci: chi di burocrazia ferisce...gli strani giochi di fare presto

Gaburro, Mei, Ricci: chi di burocrazia ferisce...gli strani giochi di fare presto

Autore: ElecToMag - Enrico Toselli

Basta con i burocrati in Enasarco! Come si fa a non essere d’accordo con Luca Gaburro, segretario di Federagenti dal 2010 e nel cda di Enasarco dal 2016?

Come si fa a non condividere la sua lotta contro chi, in Enasarco, è un sindacalista e non un agente? Bravo Gaburro! Che, casualmente, fa parte del sindacato Federagenti. Vabbè, nessuno è perfetto, una scivolata può capitare. Meglio se in coppia. Perché, nello stesso sindacato, lavora anche la moglie, casualmente figlia del capo dell’avvocatura di Enasarco. Che, tra un salario da dirigente ed una consulenza, fonda pure Federagenti. Due cuori e un sindacato, tutto molto romantico. E se una è figlia di un personaggio potente, che male c’è?

Avvocatura di Enasarco da un lato, sindacato che amerebbe riportare Enasarco nel solco pubblico dell’Inps dall’altro: coincidenze. Tre cuori che battono all’unisono. Una compatta famiglia italiana. Invidia generale. 

Ma lui, Gaburro, fonda i sindacati mentre critica i sindacati. Il suo è diverso. Non è proprio un sindacato. È quasi un’azienda. Già, perché il duro e puro nemico dei burocrati è un agente di commercio vero, con tanto di carta d’identità pubblicata sui social per confermare la sua professione. Mica come quei sindacalisti a tempo pieno che millantano di fare gli interessi degli agenti e, invece, chissà. 

Poi, però, qualche invidioso dei “tre cuori un sindacato” va a fare qualche ricerca. Si vede che ha tempo da perdere. E racconta che l’eroe anti burocrati risulta essere agente della stessa Federagenti da lui fondata. E che, appunto, sarebbe un sindacato, non un’azienda che vende, produce, acquista. Sicuramente si tratta di un equivoco. Forse vendono tessere. O forse è un problema di omonimia. Il sindacalista anti sindacato, il burocrate anti burocrati saprà certamente fare chiarezza..

Così come la farà sicuramente Mei, un finanziere amico di Mincione. Per carità, ciascuno risponde per se stesso, mica per gli amici. Però mandare un finanziere, abituato alle speculazioni, a gestire un fondo pensioni sarebbe come affidare a Dracula la gestione della banca del sangue. I donatori rischiano tanto, troppo. Soprattutto se fosse vero che Mei sta già preparando gli investimenti di Enasarco. 

Quanto a Ricci, altro esponente della lista anti agenti “Fare presto”, il suo interesse è quello di vendere servizi proprio agli agenti. Perché ha due aziende ed è agente di se stesso. E come padrone di Radio Agenti non pare molto propenso al confronto.

Fonte ElecToMag - Autore Enrico Toselli