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Investimenti Enasarco: ma chi erano gli amici di Mincione?

Investimenti Enasarco: ma chi erano gli amici di Mincione?

Autore: Electomagazine

La responsabilità penale, si sa, è personale. Le colpe non ricadono su figli, genitori e neppure sugli amici. Il buongusto, però, è un’altra cosa. E non appare proprio intinta nel buongusto la polemica scatenata dalla lista uscita sconfitta nelle elezioni per i vertici di Enasarco nei confronti dell’attuale presidente Antonello Marzolla.

Una polemica che nasce dopo la trasmissione di Report, su Rai 3, incentrata su alcuni investimenti del passato effettuati da Enasarco. Del passato, non della nuova gestione. Ma va bene lo stesso. In particolare ci si sofferma sui 190 milioni investiti nel fondo Athena. E da cui Enasarco, per prendere le distanze da chi aveva voluto l’investimento, è uscito in anticipo rispetto alla scadenza, rimettendoci – com’è prassi in queste operazioni – circa 7 milioni.

Dov’è lo scandalo secondo gli attuali oppositori in Enasarco? Non nell’operazione iniziale, condotta da Raffaele Mincione – finito nelle inchieste sui traffici del Vaticano e, casualmente, amico di Alfonsino Mei, il candidato preferito da chi ora protesta – ma nella dichiarazione di Marzolla che, al giornalista, afferma: “Non ci abbiamo rimesso nulla”. Ma come, signora mia? Sette milioni di euro degli agenti di commercio non sono nulla per Marzolla? Beato lui (ma questo non lo dicono..).

In realtà non sono nulla non perché l’attuale presidente sia così ricco da non considerare 7 milioni, ma perché i soldi ritirati da Athena sono stati reinvestiti ed hanno permesso una consistente plusvalenza.

Ovviamente gli indignati di oggi lo sanno benissimo, ma fingono di esserselo dimenticato.

Ci può stare, per far polemica. Se però si è sostenuto un candidato, Mei, che era un grande amico del responsabile delle operazioni sotto esame, Mincione, allora dovrebbe prevalere il buongusto di tacere. Perché chiunque è libero di avere anche amicizie discusse e discutibili, però scaricare sugli altri le conseguenze dei comportamenti dei propri amici non è una dimostrazione di grande stile. E neppure di correttezza.

Fonte Electomagazine 

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