L'Agente di Commercio, pilastro dell'economia e l'ombra digitale
Dall’Etica del Contratto al “Patto Digitale”: La Difesa Sindacale della Rappresentanza nell’Economia delle Piattaforme.
A cura di Giovanni Di Pietro, Presidente Nazionale USARCI
Il nostro mestiere è antico quanto il commercio stesso, ma dimostriamo sempre una modalità di adattamento a tutte le evoluzioni ed a tutti i cambiamenti da essere sempre al passo con i tempi.
Per generazioni, l’Agente di Commercio è stato il cuore pulsante del mercato, l’esperto che conosce il territorio, l’imprenditore che investe il proprio tempo e capitale non solo per se stesso, ma anche per conto della mandante, L’AGENTE E’ la persona la cui credibilità è il vero valore.
La nostra figura è prevista in tutte le nazioni del mondo da vari istituti legislativi, in Italia, caso unico al mondo, alle leggi si aggiungono il Contratto Collettivo AEC e l’Enasarco che gestisce la previdenza, l’assistenza ed il Firr. Questo contratto AEC, sottoscritto dai sindacati di categoria, non è solo un pezzo di carta; è il riconoscimento del valore duraturo del nostro lavoro, della stabilità del nostro impegno e del diritto a una compensazione equa e a un’indennità al termine del rapporto che non ha eguali in tutto il resto del mondo.
Oggi siamo al crocevia di una rivoluzione. La forza inesorabile della digitalizzazione sta trasformando il panorama commerciale, introducendo nuove frontiere della rappresentanza: l’e-commerce, i marketplace globali (una piattaforma di commercio elettronico che, mediante l’uso di un sito web o un’applicazione, mette in contatto coloro che offrono un prodotto o un servizio con dei possibili acquirenti. Su questa piattaforma sono presenti più aziende, che offrono un’ampia scelta di prodotti e prestazioni), gli algoritmi di raccomandazione (Un motore di raccomandazione, chiamato anche recommender, un sistema di intelligenza artificiale AI, che suggerisce articoli a un utente) e l’ascesa degli “influencer” e dei gig workers (“Gig worker” si riferisce a un professionista che svolge lavori o incarichi di breve durata, noti come “gig”, in modo autonomo e senza un contratto di lavoro tradizionale. La parola “gig” deriva dal termine inglese che indica uno spettacolo o un’opportunità occasionale, come ad esempio un concerto o una performance) della vendita.
E qui sta la nostra prima, grande preoccupazione sindacale: mentre il mercato si sposta online, i principi di lealtà, trasparenza e, soprattutto, giusta remunerazione, rischiano di essere ignorati o di sparire.
Le grandi piattaforme tecnologiche che noi chiamiamo i nuovi “Mandanti Digitali” vedono il nostro lavoro non come una professione autonoma da rispettare, ma come un mero flusso di dati o, peggio, come una funzione da automatizzare o esternalizzare a tariffe stracciate.
Il risultato è un’ingiustizia intollerabile: il lavoro promozionale che svolgiamo per decenni, creando una banca dati di clienti fedeli e pubblicizzando un prodotto ed il brand, viene cannibalizzato da un clic che bypassa la nostra zona, negandoci la provvigione che abbiamo legittimamente guadagnato. Questo non è progresso; è l’erosione sistematica dei nostri diritti e del nostro sostentamento.
Il nostro dovere sindacale è chiaro: lottare perché i pilastri del Contratto di Agenzia non vengano demoliti, ma vengano adattati e rafforzati in un Patto Digitale a tutela del lavoratore imprenditore.
Come Sindacato non siamo contrari al progresso, ma esigiamo che esso sia equo e sostenibile per i professionisti della vendita. Il “Patto Digitale” che l’USARCI propone e per il quale lotterà in ogni sede legislativa e negoziale poggia su tre pilastri irrinunciabili.
L’agente ha sempre avuto il diritto di conoscere l’andamento degli affari nella sua zona, come garantito dal Contratto di Agenzia. Nel mondo digitale, questo significa il diritto di accesso ai dati generati dalle vendite online nella nostra area di competenza. Le Mandanti Digitali non possono più operare in segreto. Vogliamo sapere:
° Quali sono le vendite generate dall’e-commerce nella nostra zona?
°Come l’algoritmo di raccomandazione ha influito sulla decisione di acquisto?
° Qual è l’effettivo contributo del nostro lavoro promozionale (fisico o digitale) a tali vendite?
Il Patto Digitale deve imporre la trasparenza algoritmica, garantendo che l’agente non sia tenuto all’oscuro sui Parametri di Valutazione, sulle Metriche di Performance che definiscono il suo compenso e il futuro del suo mandato.
Il cuore del Contratto di Agenzia è la provvigione e il diritto di esclusiva. Se l’agente ha promosso il marchio in un determinato territorio, non può essere escluso dalla sua giusta ricompensa solo perché la transazione finale è avvenuta su una piattaforma. Il nostro Impegno Collettivo per il Digitale esige che:
° Sia riconosciuta la provvigione sulle vendite online ai clienti che rientrano nella zona e nella clientela di pertinenza dell’agente.
° Il diritto di esclusiva sia esteso per coprire una “esclusiva digitale”, impedendo al preponente o ai suoi affiliati digitali di bypassare l’agente per le vendite dirette al cliente finale, a meno di una chiara e concordata compensazione.
Non permetteremo che il digitale diventi un cavillo legale per negare i compensi dovuti.
La rappresentanza digitale sta creando nuove figure professionali (i cosiddetti Digital Agents, come gli influencer commerciali con contratti di affiliazione stabili). Questi lavoratori, pur operando in modo autonomo, svolgono una funzione analoga alla nostra e meritano analoghe tutele. Il Patto Digitale deve estendere i benefici fondamentali del Contratto di Agenzia, in particolare il diritto a un’indennità di fine rapporto anche a quei rappresentanti che, sebbene non abbiano un contratto di agenzia classico, hanno creato un significativo valore di avviamento e clientela per i loro mandanti digitali. Non può esistere una categoria di lavoratori di serie B, sfruttati in nome della flessibilità digitale. Il sindacato è qui per difendere tutti gli Agenti e Rappresentanti.
Colleghi, la posta in gioco è alta. Se non agiamo ora, rischiamo che la nostra professione venga ridotta a un lavoro precario, senza tutele, in balia degli algoritmi e delle politiche unilaterali delle piattaforme. Il sindacato non può e non vuole permetterlo.
Stiamo intensificando i nostri sforzi per influenzare le normative su tutti i livelli di governo, spingendo per leggi che equiparino la funzione di rappresentanza fisica e digitale. Lavoreremo per l’introduzione di un “Atto di Giustizia Digitale Commerciale” che renda le Mandanti Digitali responsabili.
Ogni rinnovo contrattuale dovrà includere clausole vincolanti che definiscano in modo inequivocabile le provvigioni sull’e-commerce e che integrino il diritto di esclusiva con le dinamiche della vendita online. I nuovi accordi dovranno contenere clausole che tutelino a nostra categoria sulle vendite on.line.
La tecnologia è anche uno strumento. L’USARCI è impegnata insieme all’Enasarco a fornire agli Agenti la migliore formazione su CRM, e-marketing e gestione del dato, per trasformare ogni agente nel miglior agente digitale possibile. Non vogliamo lasciare indietro nessuno nella corsa al futuro.
La vera frontiera della rappresentanza non è la tecnologia in sé, ma la nostra capacità di governare tale tecnologia con principi di giustizia sociale ed economica. Il Contratto di Agenzia ci ha insegnato che il valore di un rapporto commerciale duraturo e fiduciario è inestimabile. Questo valore deve essere portato intatto nel mondo digitale.
Il Patto Digitale è il nostro impegno per la dignità del lavoro, per la giustizia economica e per il futuro della nostra professione. Uniti, in quanto sindacato, faremo sentire la nostra voce. Non siamo pedine algoritmiche; siamo professionisti, imprenditori e siamo pronti a lottare.
Gianni Di Pietro
