Israele spara su diplomatici a Jenin tra cui vice console italiano. Tajani convoca l'ambasciatore
(Adnkronos) - Le forze israeliane hanno aperto il fuoco oggi, mercoledì 21 maggio, su una delegazione diplomatica in visita al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Coinvolto anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino. Le Idf hanno poi chiesto scusa parlando di "rammarico per l'inconveniente causato" da "spari di avvertimento".
Nella delegazione c'erano rappresentanti di diversi Paesi dell'Unione Europea, di Paesi arabi e di altri parti del mondo. Secondo la lista del ministero degli Esteri palestinese erano rappresentati una trentina di Paesi e organizzazioni internazionali: Portogallo, Giordania, Cina, Austria, Bulgaria, Turchia, Spagna, Lituania, Polonia, Russia, Giappone, Romania, Messico, Canada, Egitto, Cile, Francia, Regno Unito, Corea, Wfp, Uruguay, Olanda, Finlandia, Italia, Germania, Unrwa, Ue, Danimarca, Belgio.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato con il diplomatico che non ha subito danni ed è rientrato in consolato. Tajani ha dato istruzioni per chiedere immediate spiegazioni e protestare per l’accaduto con il governo di Israele: "Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l’accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”, ha dichiarato. E su X ha annunciato di aver convocato l'ambasciatore israeliano. "Ho appena dato disposizione al segretario generale del ministero degli Esteri di convocare l’ambasciatore di Israele a Roma per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Jenin".
Secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sentito il ministro degli Esteri. Durante la conversazione, è stata decisa la convocazione dell'ambasciatore israeliano in Italia presso la Farnesina. La decisione, viene spiegato, è maturata non solo in seguito al grave episodio, ma anche tenendo conto del quadro più ampio e sempre più drammatico della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.
"E' un errore inaccettabile", ha poi ribadito il ministro Tajani al Tg1."Le scuse (delle Idf, ndr) vanno bene, ma non si può sparare quando ci sono dei diplomatici, gli avvertimenti con le armi sono veramente inaccettabili", ha aggiunto Tajani.
Il segretario generale della Farnesina ambasciatore Riccardo Guariglia ha quindi convocato al ministero degli Esteri l’ambasciatore di Israele Jonathan Peled. Guariglia, fa sapere la Farnesina in una nota, ha protestato e chiesto spiegazioni per l’incidente, contestando il comportamento dei militari israeliani, definendo inaccettabile il fatto che una delegazione diplomatica civile venisse allontanata da un’area presidiata dai militari con l’uso delle armi da fuoco.
All'ambasciatore israeliano Peled, Guariglia ha anche ripetuto quello che il Governo italiano chiede insistentemente da giorni, e che il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato anche pubblicamente: Israele deve interrompere le operazioni militari a Gaza, deve puntare sul negoziato politico e diplomatico per la liberazione degli ostaggi israeliani e per raggiungere un cessate-il-fuoco che possa far ripartire un processo di pace. Soprattutto, si legge in una nota della Farnesina, Israele deve aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese. L’ambasciatore Guariglia ha confermato la posizione del Governo italiano secondo cui è la popolazione palestinese ad essere essa stessa vittima dei terroristi di Hamas e non può più essere coinvolta negli attacchi militari delle Idf.
L'esercito israeliano ha poi espresso "rammarico per l'inconveniente causato" dopo aver - durante un’operazione coordinata per l’ingresso della delegazione diplomatica a Jenin, in Cisgiordania - sparato colpi di avvertimento per allontanare i membri del gruppo, che secondo un’indagine preliminare avevano "deviato dal percorso approvato ed erano entrati in un’area non autorizzata", riporta Haaretz.
Secondo le Idf, l’area è attualmente una zona di operazioni militari attive. L’esercito ha annunciato che il capo dell’Amministrazione Civile incontrerà i diplomatici coinvolti per discutere i risultati dell’indagine.
Quando è stato coordinato l'ingresso a Jenin, ai membri della delegazione era stata fornito un percorso approvato e gli era stato indicato di seguirlo perché l'area è una zona di combattimento", si legge nel comunicato dell'Idf che sostiene che il gruppo "ha deviato dal percorso ed è entrato in un'area dove non erano autorizzati ad andare". A questo punto i militari hanno sparato dei colpi in aria di avvertimento, senza ferire nessuno né provocare danni.
Dopo essersi reso conto che si trattava di una delegazione di diplomatici stranieri, il comandante della divisione della Cisgiordania, il generale Yaki Dolf, ha immediatamente avviato un indagine sull'accaduto. Inoltre, il generale Hisham Ibrahim, capo dell'amministrazione civile della Difesa, ha ordinato a suoi ufficiali di contattare immediatamente i rappresentanti dei Paesi coinvolti. "Lui presto parlerà personalmente con i diplomatici per informarli dei risultati dell'iniziale inchiesta", conclude il comunicato dell'Ifd.
Dopo l'Italia anche la Francia ha convocato l'ambasciatore israeliano a Parigi in seguito agli spari dell'Idf a Jenin. In un post su X, il ministro degli Esteri Jean Noel Barrot ha definito "inaccettabile" quanto successo in Cisgiordania e annunciato la convocazione dell'ambasciatore perché fornisca "spiegazioni".
Il ministro degli Esteri belga, Maxime Prevot si è detto "scioccato nell'apprendere che oggi l'esercito israeliano ha aperto il fuoco su una ventina di diplomatici, tra cui un collega belga. Per fortuna sta bene", ha scritto su 'X', spiegando che "questi diplomatici stavano effettuando una visita ufficiale a Jenin, coordinata con l'esercito israeliano, con un convoglio di circa venti veicoli chiaramente identificabili. Il Belgio esige da Israele spiegazioni convincenti''.
Sull'episodio è intervenuto anche l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas: "Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile", ha affermato condannando gli spari delle Idf a Jenin. Parlando ai giornalisti a Bruxelles, Kallas ha "chiesto a Israele di indagare su quanto accaduto e di individuare i responsabili", chiamandoli a rispondere.
La delegazione diplomatica finita nel mirino delle Idf a Jenin "stava svolgendo una missione ufficiale per osservare e valutare la situazione umanitaria e documentare le violazioni dell'esercito israeliano contro il popolo palestinese", ha dichiarato poi il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) in una nota. Gli spari israeliani rappresentano ''un atto deliberato e illecito'' che ''costituisce una palese e grave violazione del diritto internazionale'', ha aggiunto il ministero palestinese.
"Invitiamo la comunità internazionale a porre un freno alla brutale irruzione delle forze di occupazione nei Territori palestinesi", ha affermato su X Hussein al-Sheikh, vicepresidente dell'Anp e vicepresidente del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp).
Intanto a Gaza continua ad aumentare ogni giorno il numero dei morti. Ottantadue persone sono state uccise e 262 ferite nelle ultime 24 ore, riferisce il ministero della Salute della Striscia, aggiungendo che dalla ripresa dei combattimenti a marzo, 3.509 palestinesi sono stati uccisi e 9.909 feriti.