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Congresso Usarci: l'uomo al centro e non al servizio dell'economia e delle macchine

Congresso Usarci: l'uomo al centro e non al servizio dell'economia e delle macchine

"Con il nostro lavoro quotidiano gli agenti di commercio non rappresentiamo solo le aziende ma un tessuto sociale forte e tenace fatto di imprese ed imprenditori che ogni giorno resistono nonostante la lunga crisi"
Basta questa frase di Umberto Mirizzi, presidente dell’Associazione Sindacale Agenti di Commercio Usarci, pronunciata in occasione del congresso nazionale che celebra i 70 anni di attività del sindacato, per chiarire la differenza tra chi lavora davvero e chi, nei giorni scorsi, ha scelto l’assemblea della sua confederazione per scaricare sulla politica le carenze dei propri associati.

“Siamo gente abituata a camminare sui carboni ardenti, il nostro lavoro è portare risultati, muovendoci su un terreno iper competitivo, non possiamo e non dobbiamo avere paura anche se sappiamo di essere sempre in prima linea”, ha proseguito Mirizzi. Già, gli agenti di commercio sono costretti ad essere in prima linea mentre altri si nascondono dietro analisi di comodo dei propri uffici studi.

Ovviamente la situazione generale è tutt’altro che rosea ed all’Usarci lo sanno perfettamente dal momento che gli agenti di commercio rappresentano una sorta di categoria che anticipa l’andamento economico complessivo.

E, sottolinea Mirizzi, le scelte del passato che hanno sgretolato il ceto medio hanno rappresentato un errore clamoroso e catastrofico. Annientando quello “che è sempre stato il punto di riferimento economico e sociale del Paese”.

Ma se l’analisi degli errori del passato è in fondo facile – benché negata dai responsabili dei disastri – più difficile è individuare la strada per un futuro diverso. Ma all’Usarci individuano un elemento fondamentale ed indispensabile per il rilancio, per “rimettere in carreggiata l’Italia”. Non l’economia, bensì l’uomo, la persona. Perché sono gli esseri umani che devono sforzarsi di procedere nella medesima direzione con saggezza e buonsenso: non possiamo più permetterci – afferma Mirizzi – di sprecare energie solamente per contraddire “l’altro”.

Ed allora è assolutamente necessario che la “rabbia” si trasformi in passione e che il cambiamento avvenga senza distruggere. È necessario che la Pubblica Amministrazione sia vicina alle esigenze delle imprese e delle persone, che non vessi ma che aiuti, che agevoli e non che complichi la vita. È necessario che le leggi siano semplici e che non si debbano interpretare ma che si applichino con facilità.

Serve un fisco che agevoli chi vuole intraprendere, che premi chi crea ricchezza ed occupazione, che aiuti chi investe.

Serve una politica lungimirante, pronta a comprendere tutti quei fenomeni che, se non regolati, potrebbero mettere a repentaglio la collettività.

Penso – spiega il presidente Usarci – all’economia digitale esentasse che, se non regolamentata, farà chiudere bottega ancora a molta gente, spegnerà le luci dei negozi delle nostre città, i laboratori dei nostri artigiani, i capannoni delle nostre piccole imprese. Il digitale è il futuro, ma se non è compatibile con l’uomo, se non si fissano regole del gioco chiare e uguali per tutti quel futuro non sarà un buon futuro per nessuno. L’economia quattro punto zero ha senso se serve ad agevolare l’uomo, se lo esclude è contro l’uomo”. 

Ed anche su quest’ultimo punto è esplicito il riferimento a chi vorrebbe sostituire l’uomo con i robot ed i computer salvo, poi, andare a lamentarsi perché i disoccupati non comprano i prodotti fabbricati dalle macchine.

Fonte ElectoMag - Autore Augusto Grandi